ISTITUIRE UNA FILIERA DI RACCOLTA DIFFERENZIATA PER LE CICCHE DI SIGARETTA: RIFIUTI TOSSICI SOTTOVALUTATI DA CITTADINI E DIMENTICATI DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

di Pasquale Molinari..

(Foto Legambiente)


Fumare fa male si sa, ma non solo alla salute umana: 20 sigarette al giorno per un anno equivalgonoy a una dose di radiazioni pari a circa 30 radiografie al torace.


Uno studio dell'Enea e della Ausl di Bologna ha valutato il gigantesco impatto ambientale delle cicche di sigaretta, evidenziando il loro elevato potenziale tossico:


  • 324 tonnellate di nicotina, 

  • 1.800 tonnellate di composti organici volatili

  • 21,6 tonnellate di gas tossici come ammoniaca e acido cianidrico

  • 1872 milioni di Bq di composti radioattivi come polonio -210

  • 1.440 tonnellate di catrame e condensato

  • 12.240 tonnellate di acetato di cellulosa


È chiaro che ad amplificare il carico inquinante di questi agenti chimici che restano nel filtro di sigaretta, è l’elevato numero di cicche (72 miliardi di cicche/anno) che vediamo, come se fosse un comportamento normale, gettare a terra, nei tombini, negli spazi verdi urbani tra cui aree gioco per i nostri bambini, nel nostro Parco, fuori dal finestrino dell’auto, in spiaggia.. per poi finire nei fiumi, mari e infine negli oceani..


Secondo il report di Marevivo “Piccoli gesti, grandi crimini 2020” ogni anno, solo in Italia, 14 miliardi di mozziconi di sigarette vengono gettati nell’ambiente (rifiuti più diffusi). Sempre secondo questa indagine, circa il 65% dei fumatori (quasi 2 su 3) non li smaltisce correttamente per: 


  1. mancanza di sensibilità verso l'ambiente (62%)

  2. mancanza di consapevolezza sul danno arrecato (36,6%)

  3. difficoltà nel trovare cestini e posacenere sul territorio (26,5%)

  4. assenza di sanzioni (26%)


Uno studio condotto da alcuni ricercatori inglesi e pubblicato sulla rivista Ecotoxicology and Environmental Safety, ha rilevato che la presenza di mozziconi nel terreno inibisce la crescita delle piante in termini di germogliazione e massa di radici. Lo studio si è concentrato su alcune specie diffuse negli spazi verdi urbani tra cui il trifoglio, che non a caso ha una natura cosmopolita, fondamentale per favorire la “biodiversità a km 0”. A riguardo suggeriamo alla pratica ormai diffusa del prato sintetico, un’alternativa realmente sostenibile ovvero un prato fiorito spontaneo con varietà di specie come trifoglio, tarassaco.. in grado di riportare gli insetti impollinatori in città (tra cui farfalle e api) e favorire la fissazione dell'azoto. Un esempio è la città di Padova. Non a caso ..per  fare un prato occorrono un trifoglio ed un'ape..


Insomma le dimenticate cicche di sigaretta, non sono solo un problema di decoro, ma il loro “abbandono incontrollato e non sanzionato” deve essere considerato – secondo l’OMS – una reale e preoccupante fonte di inquinamento con oltre 7.000 sostanze chimiche tossiche, compresi noti agenti cancerogeni per l’uomo, che penetrano e si accumulano nell’ambiente.


Un vuoto culturale e normativo (scritto male e non applicato), in parte affrontato con:


  • l’art. 40 della legge 221 in vigore dal 2 febbraio 2016 che prevede esplicitamente il divieto di gettare piccoli rifiuti e prodotti da fumo (mozziconi di sigaretta, scontrini, fazzoletti di carta e gomme da masticare..) sul suolo nelle acque, nelle caditoie e negli scarichi con sanzioni fino a 300 euro. Ma sappiamo che tali sanzioni non vengono applicate praticamente mai, probabilmente perché la stessa norma è poco comprensibile (scritta male con nuovi e vecchi errori). Infatti a 6 anni dalla sua entrata in vigore non risultano dati ufficiali sui numeri di tale abbandono e sulle sanzioni amministrative elevate a Cassano per le violazioni a tale divieto. 


A riguardo ricordiamo alla nostra Amministrazione Comunale, l’importanza di pubblicare mensilmente, tramite un report sulla pagina Facebook e Sito istituzionale, i dati sulle sanzioni amministrative irrogate per l’abbandono dei rifiuti al fine di valutare, se lo strumento del “comando e controllo” sia efficace nella tutela dell’ambiente e ben supportato dal necessario personale, infrastrutture (raccoglitori differenziati, videosorveglianza) e progetti, campagne di informazioni.


  • il Decreto del 15 febbraio 2017 con “Disposizioni in materia di rifiuti di prodotti da fumo e di rifiuti di piccolissime dimensioni” che ha regolato, ma probabilmente non coordinato, la destinazione e l’impiego dei proventi derivanti dalle sanzioni amministrative pecuniarie per campagne di informazione e installazione da parte dei comuni di raccoglitori per la raccolta di mozziconi che secondo la stessa normativa devono essere resistenti all’usura nonché dotati di sistemi di copertura per evitare l’ingresso di acqua e quindi il rilascio di microplastiche, metalli pesanti e molte altre sostanze chimiche..


  • la doppia normativa europea per i rifiuti dei prodotti da fumo, tra cui la Direttiva europea 2019/904 (SUP) sulla riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente, recepita nel nostro Paese, grazie al decreto legislativo n. 196/2021 che, tra non poche criticità (ovvero esenzioni e deroghe ingiustificate sotto il profilo ambientale) segnalate dalla Commissione Europea e anche da Legambiente, “vieta la commercializzazione e la distribuzione di sigarette, sigari e prodotti affini dotati di filtri non biodegradabili”. 

 

Ma dopo tutta questa normativa, a nostra avviso da revisionare (specie il recepimento dell’ultima normativa europea), la domanda è una, anzi due:


  1. I “mozziconi” di sigaretta sono riciclabili? 


  1. Il nostro Comune può ridurre l’impatto dei mozziconi di sigaretta attraverso progettualità circolari? 


La risposta ad entrambe le domande è SÌ perché a partire da luglio 2019, con la Delibera  n°5/2019 dell’Albo Nazionale Gestori Ambientali, i “mozziconi” di sigaretta sono stati riconosciuti come un vero e proprio rifiuto che può essere raccolto in maniera differenziata e quindi destinato a specifiche filiere di recupero, piuttosto che al conferimento in discarica. Un modo per abbattere il quantitativo del rifiuto indifferenziato (secco) prodotto e di conseguenza i costi di smaltimento a carico della Comunità.


Ovviamente come Legambiente riteniamo che tale procedura di riciclo dovrebbe essere un obbligo previsto dalla legge, magari a spese degli stessi produttori di sigarette attraverso una sorta di “vuoto a rendere”.


Ma, in attesa che la legge si “adatti” a queste sfide per la salvaguardia ambientale e il contrasto al cambiamento climatico, invitiamo il nostro Comune ad avviare un piano anti-cicche (e anti-sacchetto) attraverso progettualità circolari con cui intercettare fondi europei o attivare convenzioni con aziende e start-up italiane pronte a dare nuova vita a questi scarti tossici, senza dimenticare l’importanza delle azioni di sensibilizzazione. 


(Foto di stamattina, 03.03.2023)


In questi anni, sul territorio nazionale e oltralpe, si sono moltiplicate le iniziative, le proposte, i progetti, i brevetti e le startup per raccogliere e riciclare i mozziconi di sigaretta al fine di estrarre l’acetato di cellulosa presente nei filtri per creare nuovi prodotti da inserire nell’economia circolare:

  • un substrato su cui crescono arbusti e piante ornamentali (es. girasoli nani), una specie di “incubatore di semi” per coltivazioni idroponiche (cioè senza terra) ma anche per ricavare, attraverso l'uso di alghe, biocarburanti
  • oggetti di design e uso comune, per esempio contenitori rigidi e scatole. A Roma hanno trasformato una parte dei filtri in montature di occhiali.
  • tecnologie di accumulo energetico, rivestimenti anti-ruggine,  mattoni isolanti, vestiti. In Canada hanno sviluppato un sistema per ricavare dei mattoni sostenibili. Un un’azienda di Toronto ha creato dei pellets di plastica che possono essere utilizzati negli imballaggi. O ancora, una fashion designer cilena ha scoperto che le cicche, sterilizzate e sanificate, possono essere trasformate in fibre tinte e filate con lana di pecora. Ogni capo richiede circa un migliaio di mozziconi ed è interamente realizzato a mano.
  • Tra le azioni di sensibilizzazione sul tema dell’inquinamento idrico, in un Comune della Francia ma anche a Milano hanno installato delle targhette fissate al suolo accanto ai tombini più centrali con la dicitura “Non gettare la sigaretta. Il mare inizia qui”. 

Ora, come Legambiente, crediamo che queste innovazioni siano sufficienti per spingere il nostro Comune ad impegnarsi in questa filiera di riciclo anche in assenza di una legge specifica. 

A riguardo, sempre in attesa dell’istituzione di una Consulta Ambientale, vogliamo chiudere questo articolo con il nostro solito ECOCONSIGLIO: suggeriamo di aderire ad un progetto brevettato da una startup tutta italiana, RE-CIG, che ha creato dei Smokers Point, ovvero dei raccoglitori da installare nei punti di aggregazione sociale, per contribuire alla raccolta e al riciclo dei mozziconi che verranno trasformati in polimeri plastici da impiegare in svariati settori. Al progetto stanno aderendo molti comuni con, anche, il coinvolgimento di volontari e percettori del reddito di cittadinanza

C’è un paese di progettualità circolari da costruire..




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