Ambiente e cambiamento climatico, concluso il nostro weekend dedicato alla tutela e valorizzazione del territorio e delle sue risorse

di Pasquale Molinari..

Ha preso il via questo sabato pomeriggio, 14 ottobre, il nostro eco weekend Legambiente, con la partecipazione al Convegno di apertura della seconda edizione di “In taberna quando sumus”, ed è continuato domenica mattina, 15 ottobre, con l’escursione naturalistica lungo i “Tratturi della Transumanza”.



Come Legambiente, abbiamo accettato di portare il nostro piccolo contributo a questo dibattito attraverso un intervento sul tema “rispetto dell’ambiente e valorizzazione delle attività ecosostenibili del nostro territorio e dei prodotti agroalimentari”, perché un tema legato alle radici locali e quindi a quello che per Noi rappresenta il carattere di ciascuno territorio. 


Dibattito che, tuttavia, non deve esaurirsi alla fine di questa o quella bella serata, ma deve tradursi in dati, azioni, lavoro di sinergie e collaborazioni, progettualità creative, nel lungo e medio termine, in grado di recuperare quel concetto di “Genius Lociche in tutti questi anni la politica ha trascurato, a favore di una cultura moderna legata alla globalizzazione e alla (mala) urbanizzazione che ha ridefinito, trasformato e, a nostro avviso, banalizzato lo spazio pubblico e naturale e di conseguenza il vivere collettivo. Eppure il Genius Locista ad indicare la forza creatrice dell’uomo che avrebbe potuto e può ancora ispirare la politica per indirizzare noi cittadini a stili di vita e abitudini alimentari equilibrate, al rispetto dell’ambiente naturale, delle diversità paesaggistiche e stagionali, alla cultura della bellezza.



Ma la realtà è che la politica nazionale ed internazionale è ancora divisa sulla questione ambientale e sulla tutela della nostra salute, come dimostra la recente proposta della Commissione Europea di prorogare l’autorizzazione (l’attuale scade il prossimo 15 dicembre) all’utilizzo del glifosato in agricoltura per ulteriori 10 anni. Proposta che in questi giorni, il 12 e il 13 ottobre, ha portato al voto tutti gli Stati Membri tra cui l’Italia. Votazione che seppur rinviata a novembre per la mancanza di una maggioranza qualificata, ha visto il nostro governo votare favorevolmente


Un voto, a nostro avviso, paradossale perché da un lato abbiamo un Paese che protesta contro le importazioni di frumento dal Canada perché contenenti possibili residui di glifosato e dall’altro un governo che vota SI al rinnovo per irrorare i nostri campi con questo pericoloso pesticida. Pericoloso per salute e ambiente: a dirlo sono i dati scientifici con cui la politica, prima o poi, dovrà confrontarsi.



Peccato perché chi continua a sostenere l’esigenza del rinnovo del glifosato, difendendo il diserbo chimico in agricoltura come pratica indispensabile per garantire il reddito degli agricoltori, non si confronta ne con i dati numerici che vedono un aumento nazionale delle superfici agricole gestite con metodi biologici (oggi al 18,7% della SAU) e tanto meno con i dati scientifici. A riguardo un recente studio condotto dall’Istituto Sant’Anna di Pisa ha dimostrato che, adottando buone pratiche agroecologiche, è possibile eliminare completamente l’uso del glifosato, garantendo rese e riducendo i costi per le aziende agricole. 

E proprio il settore vitivinicolo, rappresentato in questa seconda edizione di In taberna quando sumus” da otto cantine locali, è fortemente indirizzato verso il biologico: negli ultimi dieci anni, le produzioni di vini biologici sono cresciute del 110% in Italia e il trend non sembra registrare battute d’arresto, tanto che un italiano su due, predilige i vini bio rispetto a quelli tradizionali (fonte Nomisma-Wine Monitor). Basti pensare che il numero complessivo di cantine coinvolte nella produzione di vino biologico in Italia nel 2021 ha raggiunto quota 2.139 con un superficie vitata utilizzata pari a 128.000 ettari: quota italiana più alta in Europa e nel mondo (fonte Nomisma). 



Quindi il vino è un cantiere per la Transizione Ecologica, di cui c’è un aspetto poco considerato?!

La possibilità di dare al nostro territorio un valore aggiunto in grado di rafforzare il senso di appartenenza dei cittadini e  permettere alle aziende locali di competere sui diversi mercati (turismo, produzioni tipiche, strutture di eccellenza nei settori dell’accoglienza).

Prendiamo il cece nero liscio di Cassano o il vino, ad esempio. Coltivarli e produrli in modo biologico senza prodotti chimici, con più attenzione alla biodiversità, all’innovazione di prodotto e di filiera, è una risposta (dal campo alla tavola) alla sicurezza alimentare, alla crisi ambientale, alla crisi climatica e alla crisi economica. 


E allora, queste attività produttive che scelgono di passare ad un modello sostenibile come elemento prioritario vanno sostenute, in modo concreto e stabile, con incentivi economici e progettualità.


E così, quel “Genius Loci” accennato all’inizio di questo dibattito potrebbero portare all’istituzione di un biodistretto nell’entroterra murgiana (partendo da esempi virtuosi) dove  agricoltori, cittadini, operatori turistici, associazioni e comuni stringono un accordo per la gestione sostenibile delle risorse locali partendo dal modello biologico di produzione e consumo che potrebbe assumere un doppio ruolo:

  • ecologico attraverso la tutela e valorizzazione del territorio e delle sue risorse naturalistiche, paesaggistiche, agricole. 
  • sociale attraverso percorsi di integrazione e attività di contrasto alla povertà educativa e al rischio di marginalità dei giovani e quindi di essere fagocitati nelle braccia della criminalità.

Un biodistretto che potrebbe a sua volta dar vita a progettualità collaterali con il coinvolgimento di altri istituti (Università, scuole locali) ed Enti (Parco dell’Alta Murgia in primis):

  • mercati locali di filiera corta
  • gruppi di acquisto
  • mense scolastiche biologiche con cucine interne (ormai al Sud al 9%) che privilegiano prodotti a km 0 e stagionali, non utilizzano stoviglie monouso e prevedono il recupero del cibo non somministrato in collaborazione con il Terzo Settore
Un biodistretto che, ancora, potrebbe coinvolgere lo stesso Parco Nazionale dell’Alta Murgia per realizzare un logo a garanzia e controllo della qualità autentica e sana di cibo locale, agricoltura e mete turistiche attente all’ambiente e sostenibilità

Senza dimenticare che la stessa Associazione Borghi Autentici d'Italia, di cui il nostro sindaco è delegato Puglia, ha firmato nel lontano 2018 il protocollo di adesione alla Rete Europea delle Città Libere dai Pesticidi (PAN Europe) che impegna i Comuni aderenti all'iniziativa, ad una visione politica "libera dai pesticidi" che dovrebbe portare, ad esempio, all’istituzione di regolamenti ad hoc per vietare l’uso degli stessi in ambiente urbano e agricolo a difesa delle peculiarità naturalistiche che ci circondano, oltre a percorsi pedonali e ciclabili, individuazione di zone urbane car free, iniziative culturali legate a prodotti biologici a km 0, programmazione di escursioni per far conoscere e allo stesso tempo monitorare il territorio come il nostro tracciato, “I Tratturi della Transumanza”, che domenica 15 ottobre, ha concluso questo eco weekend Legambiente con molti partecipanti provenienti da comuni vicini e lontani. 

Tracciato che rientra nel nostro calendario annuale di escursioni gratuite alla scoperta del territorio murgiano: un “progetto volontaristico” a costo zero, che oltre a richiamare turisti lenti, è finalizzato al monitoraggio e alla tutela dell’ingente capitale naturalistico, paesaggistico e storico inserito nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia.  



Tema, o meglio risorsa, di questa escursione: tratturi.

I tratturi caduti in disuso con la modernità sono beni demaniali dal riconosciuto valore paesaggistico e storico-archeologico (patrimonio Unesco), per i quali vige una rigorosa tutela giuridica e dove ogni intervento dell’uomo su di essi deve essere preventivamente valutato negli impatti.


A riguardo, come Legambiente, ci chiediamo come mai lungo un percorso naturalistico denominato “Ippovia dei Trulli e della Murgia” sia presente un lungo sbarramento di filo spinato che sembra non finire mai. Un intervento che va a discapito di ambiente naturale e accessibilità, soprattutto della fauna selvatica. 


Seguirà il nostro solito report di monitoraggio oltre che nota di segnalazione e richiesta informazioni alle autorità competenti.












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