URGE UN PIANO DI MONITORAGGIO E GESTIONE DEL VERDE URBANO: UN ECOSISTEMA DA PRESERVARE!

di Legambiente Cassano e Lipu Gravina e Alta Murgia..

Sono anni che, come Legambiente e Lipu, interveniamo localmente con note, proposte, azioni di sensibilizzazione sulla gestione del verde urbano e delle aree boschive suburbane: aiuole, giardini, ville comunali, prati, cespugli, alberature che interrompono la sequenza di cemento dei nostri borghi murgiani migliorando la qualità ambientale e di vita dei cittadini, incrementano la biodiversità urbana oltre a far fronte agli effetti del cambiamento climatico.

Ma non solo. Tutte queste articolate infrastrutture verdi costituiscono, anche, un prezioso rifugio e un’importante fonte di sostentamento per la fauna urbana e in particolare per tutte quelle specie di uccelli (avifauna) che utilizzano le aree urbane come luoghi di sosta durante le migrazioni e dove, quindi, i rami delle alberature diventando microscopici ecosistemi da preservare, rafforzare ed estendere.

Peccato che questo silenzioso ma fondamentalmente ruolo ecologico del Verde Urbano venga riconosciuto dalle Amministrazioni Comunali solo a parole e non attraverso un corretto piano di monitoraggio che eviterebbe i soliti problemi di sicurezza pubblica senza dover ricorrere ad interventi drastici sulle piante e una gestione sostenibile che dovrebbe essere contemporaneamente valida dal punto di vista ambientale, economicamente attuabile e socialmente responsabile.

Tale considerazione trova riscontro, tra gli altri, dagli interventi di potatura in corso in questi giorni sulle alberature (pini domestici) di Piazza Garibaldi.



Potature, a nostro avviso, inopportune per diverse ragioni, a cominciare dalle motivazioni che devono essere valide e dimostrate (prima di procedere) da parte di quelle professionalità che hanno una competenza specifica, come agronomi e forestali magari in collaborazione con ecologi, botanici e ornitologi, anche al fine di tutelare il responsabile della gestione perché, ricordiamo a noi stessi, che il Verde Urbano è un patrimonio di interesse pubblico.

A riguardo, alla luce della determinazione n. 281 del 25.08.2023 che specifica l’impegno di spesa e l’affidamento diretto per i suddetti lavori di manutenzione su parte del verde di piazza Garibaldi, chiediamo al Responsabile di Settore e all’Assessore competente, la trasmissione della relazione tecnica riferita allo stato fitosanitario e fotostatico delle alberature dislocate all’interno dell’area oggetto di intervento con le relative attività e tecniche utilizzate per arrecare il minor danno possibile alla avifauna.

Chiediamo, altresì, spiegazioni in merito alla motivazione inserita in tale atto pubblico e che riportiamo di seguito:

CONSIDERATO che alcune alberature di Piazza Garibaldi che circondano la fontana monumentale, necessitano di potature anche ai fini di evitare lo stazionamento di volatili che provocano situazioni di scarsa igiene e decoro”.

Una motivazione che ci lascia basiti perché in contrasto con i Criteri Ambientali Minimi vigenti (CAM) previsti dai Ministero dell’Ambiente secondo cui “gli interventi devono essere svolti unicamente da personale competente, in periodi che non arrecano danni alla pianta e non creano disturbo all'avifauna nidificante ed effettuati solo in casi strettamente necessari”.

Motivo per cui la riteniamo altrettanto inopportuna e opinabile giuridicamente perché considera il verde urbano come un “semplice arredo fastidioso e pericoloso” a cui poter eliminare ramificazioni per non far sostare volatili (e quindi privando gli alberi della loro naturale funzione di “ecosistema”), come gruppi di piccioni che probabilmente le alte temperature hanno spinto, contro le loro abitudini (cornicioni, terrazzi, balconi, sottotetti..), a “stazionare” sopra i rami degli alberi che circondano la fontana monumentale per un unico motivo:  la presenza di acqua.

Pertanto, per Noi di Legambiente e Lipu, queste potature sono incomprensibili perché effettuate fuori il riposo vegetativo delle piante in cui la corteccia, complice un’estate secca e caratterizzata da temperature sopra la media stagionale, è più esposta a infezioni. Potature che risultano altrettanto inutili e dannose per “evitare lo stazionamento dei volatili” (probabilmente risolvibile diversamente, magari dietro un gratuito confronto con più parti tra cui le associazioni ambientali presenti sul territorio) con l’unico risultato di aver antropizzato la configurazione spaziale (forma) e impoverito la vegetazione (chioma) di questi maestosi Pini a discapito della loro funzione sul clima locale, sulla qualità dell’aria, sull’inquinamento acustico e sulla qualità del paesaggio comportando, tra l’altro, una loro minore capacità aerodinamica, il che non vuol dire una maggiore sicurezza in caso di nevicate, piogge torrenziali o forti venti.

-In effetti, la presunta fragilità dei Pini nei confronti di questi eventi atmosferici, di norma non riguarda esemplari integri ma antropizzati, cioè più o meno condizionati dalla mano dell’uomo. E purtroppo, di fronte ai crolli di questi Pini “artificiali” la risposta non è mai “forse non avrei dovuto potare..” ma, piuttosto, “avrei dovuto potare di più”. Potenza dei luoghi comuni.

Per queste ragioni, almeno in assenza di specifiche patologie o alterazioni architettoniche, l’albero integro e naturale rappresenta sempre la migliore soluzione possibile, anche dal punto di vista strutturale, tanto che ogni intervento, per quanto accorto, finisce per avere sempre carattere peggiorativi.

Quindi, per avere Pini sani e robusti (oltre che ... belli), la cosa migliore da fare è ... fare il meno possibile e, se necessario, rivolgersi a personale specializzato in grado di dettagliare ed eseguire solo ciò che è effettivamente indispensabile in una logica di lungo periodo, l’unica logica che gli alberi riconoscono-

(Fonte: La Corretta Potatura dei Pini. Intervista a Giovanni Morelli, arboricoltore e agronomo naturalista tra i massimi esperti di Pino in Europa)

Le potature devono essere interventi straordinari.. occasionali da effettuare solo per motivi precisi e dimostrati (come la presenza di problemi fitosanitari o problemi di pubblica incolumità) da indirizzare su singoli alberi in maniera mirata per non comprometterne gli equilibri e non generalizzare in maniera sistematica su filari/gruppi di alberi.

..Non a caso la chioma dei pini è una struttura chiusa, compatta e caratterizzata da rigidità per resistere ai forti venti..

Questi interventi fanno eco ad altre manutenzioni sulle alberature pubbliche affidate in modo diretto, in urgenza, speditezza ed economicità procedurale, tra cui la squadratura degli alberi di gelso e acero su via Convento effettuata, a nostro avviso, in pieno caldo e ripresa vegetativaal fine di consentire lo svolgersi delle manifestazioni religiose in sicurezza (festeggiamenti della Madonna degli Angeli)” giusta determinazione n. 152 del 10.05.2023, esponendo aceri e i maestosi gelsi, ad uno stress ingiustificato dovuto alla fuoriuscita di linfa e di conseguenza esponendoli a pericoli e possibilità di contrarre infezioni/malattie. Motivo per cui, ricordiamo a noi stessi, che gli interventi di taglio di queste complesse alberature vanno eseguiti nei tempi giusti ovvero quando diminuisce l’attività vitale della pianta. Non a caso per i meravigliosi gelsi non sono previste “potature a verde”. A riguardo chiediamo al Responsabile di Settore e all’Assessore competente, la trasmissione della relativa relazione tecnica, assente anche in questo atto.

Inoltre, invitiamo gli stessi a monitorare la situazione dei lecci presenti nella stessa piazza Garibaldi e in tutta l’area urbana e suburbana che mostrano nuovi e chiari disseccamenti di alcune branche, valutando la messa in atto di buone pratiche con tecniche di intervento e prevenzione alternative e a basso impatto ambientale, già sperimentate in altri Comuni, onde evitare altre drastiche potature se non il rischio di perdita di un patrimonio importante per tutto il territorio. 



Oltre a verificare lo stato e il numero delle compensazioni arboree messe a dimora rispetto alle piante abbattute in ambito urbano: dai dati in nostro possesso risultano 24 alberi  abbattuti tra pini, cipressi, aceri, tamerici e solo 11 compensazioni tra aceri e lecci. 

Senza considerare l’abbattimento delle due alberature pubbliche su via grumo, intervento che abbiamo segnalato come Legambiente in data 19 novembre 2022 e di cui non abbiamo trovato alcuna determina/autorizzazione/relazione tecnica sull’albo pretorio comunale (??) e ne tanto meno visto alcun ripristino.


Come associazioni attive sul territorio, ci dispiace constatare che, ancora oggi, si continua a gestire il verde urbano senza l’attivazione di un unico servizio di gestione basato su piano di monitoraggio, interventi e relativa disponibilità economica, che non può più prescindere da un approccio sistemico e in coerenza con i principi di sostenibilità ambientale dell’Agenda 2030, dove funzioni ambientali, economiche e socioculturali sono interconnesse per lo sviluppo del sistema città.

Gestione sostenibile e di adattamento al cambiamento climatico che non può più prescindere dalla stesura di un nuovo regolamento del verde pubblico e privato e delle alberature, fermo al 2002

Come LIPU e Legambiente siamo disposti a collaborare nella stesura del piano, in particolare sugli aspetti che riguardano la conservazione e la difesa della biodiversità.

Al seguente comunicato a firma di Legambiente Cassano e Lipu sezione di Gravina e Alta Murgia , seguirà richiesta inviata a mezzo protocollo generale agli Uffici, Amministrazione Comunale e se necessario all’ANAC per le relative verifiche.



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