SESTO RAPPORTO SENTIERI CONFERMA QUELLO CHE SAPEVAMO GIÀ.. MA LA POLITICA?

di Pasquale Molinari


È stato pubblicato sulla rivista scientifica “Epidemiologia & Prevenzione” il Sesto Rapporto Sentieri a cura dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) che valuta lo stato di salute della popolazione italiana (10,4%) esposta a rischio per inquinamento di origine industriale (SIN). 


Un rischio inaccettabile (di incidenza di malattie croniche e in particolar modo oncologiche) per chi risiede in questi siti che conferma l’urgenza di effettuare le bonifiche ma che sembra non smuovere più di tanto “coraggiose e durature” azioni politiche: serve una decisa accelerazione delle bonifiche dei siti inquinati che costellano il Paese.  Esemplare è l’inequivocabile Danno Sanitario del SIN di Taranto con i suoi effetti epidemiologici ormai conclamati sull’incremento di patologie oncologiche, circolatorie e respiratorie. Un territorio vocato al turismo ma che la politica è riuscita a trasformare (per l’interesse di chi?) in altro, ponendo i cittadini di fronte ad una scelta obbligata tra lavoro e salute. Un territorio che si trova e troverà ancora per molto tempo a fare i conti con gli effetti a lungo termine della politica Ilva!!


Tutto l’acciaio del mondo non vale la vita di un solo bambino”.


Sono stati stimati circa 342.000 siti contaminati in Europa, dei quali solo il 15% è stato sottoposto a intervento di risanamento ambientale. 


Anche in questo studio “ecologico” i dati confermano chiaramente l’alto eccesso di mortalità nelle aree contaminate: 1668 decessi l’anno che si potrebbero evitare.


Sono stati monitorati, nel periodo tra il 2013 è il 2017, 46 siti che includono 316 comuni (di cui 165 al Sud, tra cui Bari, Brindisi, Taranto, Manfredonia, e Isole) per ciascuno dei quali sono state valutate le condizioni di salute dei residenti in rapporto alle contaminazioni ambientali presenti in questi territori (mortalità, ospedalizzazione, diagnosi di malattie congenite nel primo anno di vita, vulnerabilità socio-economica che ovviamente risulta più marcata al SUD e sulle isole).


I tumori maligni contribuiscono per oltre la metà (56%) degli eccessi osservati. In particolare la mortalità per mesoteliomi totali risulta in eccesso di tre volte nei siti con presenza di amianto e quella per mesoteliomi pleurici di più di due volte nell’insieme dei siti con amianto e aree portuali. Il tumore del polmone è in eccesso del 6% tra i maschi e del 7% tra le femmine.


Inoltre, sono in eccesso la mortalità per tumore del colon retto nei siti caratterizzati dalla presenza di impianti chimici, del 4% tra i maschi e del 3% tra le femmine, e del 6% per il tumore della vescica negli uomini residente nei siti con discariche.


Per chi vive vicino a uno dei 46 SIN aumenta anche il rischio di ospedalizzazione che, nel periodo 2014-2018, per tutte le cause naturali è risultato del 3% sia per gli uomini che per le donne. Un eccesso di rischio di ospedalizzazione viene osservato anche nella classe di età pediatrico-adolescenziale (0-19 anni) per il 43% delle aree studiate e in età giovanile (20-29 anni) per il 15% delle aree contaminate.


Qui i risultati del Sud e Isole:

https://epiprev.it/documenti/downloadfile.php?fileid=2d861b992b776e6c1b94e7417d7f45e118e6d7c9



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