ECO-POLITICHE URBANE TRA BENESSERE AMBIENTALE E INCLUSIONE SOCIALE


di Pasquale Molinari 

Un interessante articolo sul Fatto Quotidiano anticipa i risultati di una ricerca (in via di pubblicazione) condotta su 16 città europee che, a differenza dell’Italia, hanno iniziato a tracciare e introdurre regolamentazioni sulle locazioni/affitti brevi (sistemi di autorizzazione/licenza, limiti ai giorni di affitto l’anno, obbligo di residenza nell’appartamento, restrizioni o divieti in alcuni quartieri, obbligo alle piattaforme di prenotazione di condividere i dati sulle transazioni e/o bloccare gli annunci illegali, e altro..). 

Si tratta di un fenomeno complesso che sta modificando gli equilibri non solo delle grandi città ma anche dei piccoli centri storici con un impatto su più fattori: valore economico pubblico e privato, residenzialità, vivibilità e qualità delle politiche urbane dei servizi, come ad esempio la gestione dei rifiuti e il controllo del territorio.


Si parla di abitanti temporanei ovvero abitanti non residenti ovvero non iscritti all’anagrafe comunale..


Qual è la politica abitativa che attualmente regola il nostro Centro Storico? Vi sono o no “abitanti temporanei”? Vi è o no un mercato immobiliare in pieno fermento in favore di B&B e sopratutto di un mercato straniero con affitti brevi? Quanti sono, perché arrivano, dove soggiornano e per quanto tempo? Qual è il loro impatto sui servizi comunali? soprattutto, è mai stato avviato un monitoraggio degli abitanti temporanei (non residenti)? 


Quantificare gli abitanti temporanei non è semplice ma è importante per programmare servizi di qualità e per capire come sta cambiano la nostra città.


Di certo c’è una componente straniera che non può essere ignorata ma al contrario va integrata con la città e con i suoi servizi.


Forse è arrivato il momento di “eco-integrare” raccolta differenziata e cittadini stranieri attraverso visite a domicilio per guidarli alla corretta separazione ed esposizione dei rifiuti e allo stesso tempo riaccendere quel senso vitale di appartenenza e integrazione, magari con il supporto di mediatori culturali e associazioni attive sul territorio. 


Forse dopo tanti.. troppi anni di abbandoni seriali di rifiuti in un punto centrale e attrattivo del nostro paese come via Maggiore Domenico Turittoandrebbe istituita una TASK FORCE COMUNALE (polizia locale e uffici comunali) per effettuare controlli incrociati sulle abitazione di questa zona storica, individuando per ciascun immobile destinazione d’uso e relativi occupanti!!


A riguardo, da tempo (ultima nota agosto 2022), abbiamo richiesto l’istituzione di una consulta ambiente dove poter aprire diversi tavoli tematici con il coinvolgimento di più attori al fine di costruire veri spazi democratici in cui discutere su criticità e sviluppare   “eco-progettualità” per la collettività.


Camminando tra le strade del centro storico in alcuni angoli si può assistere a cumuli di rifiuti tra cui bustoni neri (da tempo dichiarati “fuorilegge”). Gli stessi che probabilmente nella tarda serata vengono ammassati vicino ai cestini urbani che dovrebbero servire per i cosiddetti piccoli rifiuti da passeggio.


Come Legambiente ci chiediamo se tali abitudini/accumuli siano consentiti e perché non oggetto di controlli preventivi, fermo restando che, da regolamento comunale, già non sarebbe possibile esporre i mastelli fuori dagli orari/giorni consentiti?!


Certamente i fronti su cui agire sono diversi dalle politiche sociali alle  politiche abitative che vanno integrate, ad esempio facilitando il più possibile chi affitta a lungo termine, magari a giovani coppie, cercando modalità di sgravio o supporto, penalizzando, invece, maggiormente chi affitta a breve!!  


Per quanto riguarda i cestini urbani permetteteci una piccola considerazione. Intanto in via Maggiore Turitto, alla luce di questa emergenza rifiuti, andrebbero eliminati e “pensati/gestiti” attraverso le attività commerciali presenti (progetti integrati). Poi, così come concepiti e installati, a nostro avviso, restano legati ad una vecchia concezione di conferimento di rifiuti che si allontana dagli obiettivi fissati dalle direttive europee e da una strategia ben precisa verso i "rifiuti zero" ovvero riduzione al minimo dell’indifferenziato:

  • Qual è il loro impatto diretto e indiretto in termini di rifiuti indifferenziati? 
  • Quanti rifiuti indifferenziati (% di sacchetti selvaggi) sono stati raccolti da inizio anno dall’area urbana ed in particolare dal centro storico? 

Eppure anche dalle gestione dei cestini urbani dipende la percentuale di Raccolta Differenziata ai fini statistici e la percentuale di Frazioni Improprie ovvero materiali che dovrebbero essere conferiti in altre raccolte e quindi e la spesa pro-capite di ogni famiglia relativa alla TARI.

Per questo, a nostro avviso, andrebbero ridistribuiti (ridotti) e rigenerati o meglio integrati con “cestini multimateriale” conformi al metodo di raccolta differenziata (carta, plastica/lattine, vetro, indifferenziato) per facilitare il “conferimento differenziato secondo materiali” e la “raccolta differenziata” a vantaggio di più riciclo, anche nella prospettiva dell'adozione futura (si spera) della Tariffa Puntuale e dell’apertura del Centro di Riutilizzo e Riuso presso il Centro di Raccolta Comunale, completando così il ciclo di vita dei rifiuti verso l’impatto Zero!!


Basterebbe attuare un restyling di quelli in dotazione con i colori ormai standardizzati per la RD, riducendo, magari,  la sagomatura dei fori per contrastare l’inserimento improprio di buste con rifiuti domestici. 


Oltre a pianificare e integrare una distribuzione urbana di raccoglitori per pile esauste e punti di raccolta degli oli esausti  magari presso gli stessi supermercati che potrebbero essere coinvolti in progetti comunali contro packaging e imballaggi usa e getta (ortofrutta e gastronomia), che purtroppo alimentando inquinamento da plastica e dipendenza da combustibili fossili (gas e petrolio).


Perché tutto ciò che non viene riciclato o recuperato dai rifiuti rappresenta una perdita in termini ambientali, energetici, di materie prime e costi per lo smaltimento che si riflettono sulla tassazione comunale e quindi su Amministrazione e Comunità!!


C’è un paese di progettualità circolari da costruire..

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