ACQUA: TRA CONTROSENSI E SPRECHI - SECONDA PARTE

 di Pasquale Molinari..

DOSSIER LEGAMBIENTE: dove eravamo rimasti.. dopo l’inquinamento antropico dell’acqua passiamo ai controsensi, sprechi e all’emergenza infinita. Tutto, ovviamente, in chiave italiana..

Partiamo con il dire che siamo il primo Paese in Europa per prelievi di acqua potabile per abitante (160 m3 per persona all’anno) ma anche il primo Paese in Europa per consumo di acqua minerale in bottiglia (208 litri pro capite annui) e secondo al Mondo dopo il Messico (244 litri pro capite annui). Primo controsenso.

Il 2022 ha fatto scattare una serie di allerte e stati di emergenza che non è più possibile ignorare: l'inverno 2021-22 è stato dichiarato dalla Società Meteorologica Italiana “tra i più estremi mai registrati in termini di caldo e deficit di precipitazioni”, il deficit pluviometrico complessivo relativo al 2022 è stato del 30%, i casi di danni dovuti alla siccità sul territorio italiano registrati dall’Osservatorio Città Clima di Legambiente sono passati dai 6 del 2021 ai 28 del 2022 (+367%).

Secondo i ricercatori della Commissione europea gran parte dell’Europa, tra cui l’Italia, potrebbe vivere anche quest'anno un'altra estate estrema a causa delle poche precipitazioni, compresa l’assenza di neve (naturale) non solo sulle piste da sci (ormai artificiali per il 90%) ma come riserva per il lungo periodo. 

Nulla di nuovo. Infatti non sarebbe corretto parlare di “nuova ondata” di siccità, poiché siamo di fronte a un'emergenza mai finita ma al contrario prevista, almeno 10 anni fa, nei report scientifici e ambientali ma ignorata dai piani politici visto e considerato che il nostro paese ha continuato a gestire male la sua acqua, la depurazione e le fognature. Secondo controsenso.

Negli ultimi vent’anni in Italia si è triplicato l’inaridimento del suolo e si stima che il 27% del territorio nazionale rischia di trasformarsi in deserto”, così Legambiente spiegava, nel lontano 2010, il fenomeno della desertificazione. E nel lontano 2012, anche Coldiretti aveva già lanciato l’allarme siccità in agricoltura, elaborando la prima “mappa della sete regione per regione”.

La Puglia è la regione d’Italia in cui piove meno, 641,5 millimetri annui medi, ma ogni anno, secondo Coldiretti, va perso l’89% dell’acqua piovana (poca ma irruente), che al contrario dovrebbe essere gestita razionalmente con soluzioni sostenibili, specialmente  nel settore agricolo che richiede maggiori risorse idriche e in alcune zone utilizza oltre l’80% dell’acqua disponibile e da luogo a consistenti sprechi d’acqua. Terzo controsenso.  

Soluzioni ecosostenibile che in risposta al cambiamento climatico, potrebbero partire proprio dai centri urbani con la realizzazione di reti pluviali (drenaggio urbano) che da un lato risolverebbero il problema degli allagamenti (bombe d’acqua)  e dall’altro permetterebbero di recuperare e riutilizzare l’abbondante acqua proveniente da fenomeni meteorologici intensi.


Ma non finisce qui, secondo gli ultimi dati Istat (2020) la Puglia presenta una dispersione di quasi la metà dei volumi d'acqua immessi in rete (43,6%) e analizzando lo spaccato dei capoluoghi di provincia la dispersione è pari al 42%. Quarto controsenso.

Non va meglio per quanto riguarda le infrastrutture di fognatura e depurazione, dove ritardi e inadempienze hanno portato l’Europa ad aprire 4 procedure di infrazione a carico dell’Italia per la mancata o non adeguata ottemperanza della direttiva 91/271/CEE, concernente il trattamento delle acque reflue urbane. Infrazioni che vedono l’Italia condannata al pagamento, già versato nelle casse europee, di una sanzione di circa 143 milioni per la procedura 2004/2034 a cui potrebbero sommarsi altre 3 condanne con relative sanzioni per le procedure 2009/2034 , 2014/2059, 2017/2181. Ritardi e inadempienze che determinano un grave impatto ambientale ma anche uno spreco economico di soldi pubblici che potrebbero essere altrimenti utilizzabili ai fini del miglioramento del sistema. Quinto controsenso.

Sono 185 gli impianti di depurazione in esercizio e a servizio per i 258 Comuni della Puglia, ma sono 27, secondo i dati Arpa Puglia, i presidi depurativi che nel 2021 hanno presentato una non conformità alla citata Direttiva comunitaria a cui si sommano 25 agglomerati urbani, anch’essi sotto infrazione.

Per quanto riguarda il riutilizzo di acqua affinata in  agricoltura, secondo le stime della Regione Puglia, la disponibilità di acque reflue raffinate potrebbe ammontare a 14 milioni di metri cubi (ARTI PUGLIA - 2016) ma attualmente dei 185 impianti di depurazione in esercizio sono ancora numericamente pochi, ovvero 8, quelli con riuso attivo: Fasano, Acquaviva delle Fonti, Castellana Grotte, Corsano, Gallipoli, Noci, Ostuni e Trinitapoli (dati Focus Depurazione 2022  di Legambiente Puglia).

Fonte: Focus Depurazione 2022  di Legambiente Puglia - Goletta Verde

Una situazione inaccettabile a cui si somma il “problema circolare” della frazione di materia solida che rimane alla fine del processo di depurazione (fanghi di depurazione) che rappresenta ad oggi un’occasione sprecata per l’economia circolare pugliese visto e considerato che vengono portati fuori regione: un export che pesa sull’ambiente e sulle tariffe idriche pagate dai cittadini.  Sesto controsenso.

CASSANO DELLE MURGE: E nel nostro Comune come siamo messi in merito a scarichi di agglomerati urbani/borghi residenziali fuori fognatura pubblica che potrebbero rappresentare una vera e propria “bomba ecologica”? E ancora, come siamo messi in merito al riuso irriguo dei reflui urbani trattati effluenti dall'Impianto di depurazione (di ultima generazione) nonostante il progetto già presentato nel lontano 2016 e ammesso a finanziamento con fondi europei per oltre 2 milioni di euro, fermo restando la recente esclusione (novembre 2022) dalla valutazione di impatto ambientale del Progetto?

Pensate che secondo la Corte dei Conti l’Italia ha pagato, tra il 2012 ad oggi,  oltre 800 milioni di euro per le multe dell’Unione Europea. Tra le infrazioni che gravano di più dal punto di vista economico vi sono certamente quelle ambientali, ben 16 infrazioni che riguardano soprattutto il  ciclo dei rifiuti e il trattamento delle acque reflue urbane.

Sanzioni che rappresentano un tema rovente che tuttavia  non viene mai toccato dai programmi politici/elettorali. Settimo  controsenso.

La Puglia secondo lo studio internazionale “Gross Domestic Climate Risk”  è al settantasettesimo posto tra le regioni europee più esposte agli eventi meteorologici estremi e al cambiamento climatico nel 2050. Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna sono nella Top Ten della classifica europea!

E allora, la Puglia come affronta “l’emergenza siccità” in considerazione della già nota dispersione della rete idrica? Scaricando in mare le acque in eccesso presenti negli invasi-dighe di buona parte della Capitanata. Un dato che dimostra come gli invasi sono in numero insufficiente a contenere le poche ma irruenti piogge e ancora la necessità di ritornare a progettualità contestualizzate con la natura dei territori e quindi senza ulteriore consumo di suolo: le famose zone umide “ricostruite” (laghetti). 

TORRENTE BADESSA: Un esempio concreto potrebbe essere la stessa zona umida che si è ricostituita a valle del depuratore di Cassano delle Murge nell'alveo del Torrente Badessa (probabilmente a causa di una discontinuità idraulica della lama). Una zona naturalistica, ora più che mai, da tutelare e gestire come opportunità circolare di adattamento al cambiamento climatico che può integrare funzioni come la laminazione delle portate idrauliche o ancora la fitodepurazione/lagunaggio a valle del depuratore come stadio finale di disinfezione degli scarichi (ulteriore garanzia di depurazione anche in caso di malfunzionamenti del depuratore) per il  riuso irriguo in campo agricolo o aree destinate a verde (forestazione urbana) sul modello di altri impianti al fine di evitare di prelevare acqua dalla falda e reimmettere i nutrienti contenuti negli scarichi sui suoli (ottenibile solo con il riuso per irrigazione).


E oggi, abbiamo un Piano su Manutenzioni, Investimenti in Reti idriche e fognarie, Infrastrutture, Progettualità.. con benefici per ambiente, salute pubblica e un servizio al cittadino secondo gli standard europei?  

A questa domanda ha risposto Utilitalia durante un suo evento organizzato la scorsa settimana e ha stimato che per far fronte all’emergenza idrica, sarebbe necessario investire 6 miliardi di euro l’anno ma i fondi del Pnrr contribuiranno con 700 milioni all’anno fino al 2026.

A riguardo nonostante gli importanti investimenti previsti in Puglia tra il 2023  e il 2024 per il comparto idrico, fognario e depurativo, la Codacons ha da poco presentato un esposto alla Corte dei conti della Puglia denunciando “tutte le omissioni da parte degli enti locali che hanno fatto poco o nulla per risolvere tale criticità” danneggiando coltivazioni, allevamenti ed ecosistemi.

Ah.. un ultimo dato: secondo il nuovo rapporto dell'IPCC sull’aquila crisi climatica abbiamo solo 10 anni per intervenire.. agire con molteplici soluzioni realizzabili ed efficaci su società e ed economia!

To be continue… (terza parte)


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